Questo sito utilizza i cookie per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
Cliccando su "Accetto" acconsenti all'utilizzo di tutti i cookies.
Se rifiuti o chiudi questo banner potrai ugualmente consultare il sito ma alcune funzionalità potrebbero non essere disponibili.

Leggi la Cookies policy
Si tratta di cookies tecnici indispensabili al funzionamento del sito
Consentono di monitorare in forma anonima ed aggregata le visite al sito (statistiche)
vai al contenuto vai al menu principale

Menu di navigazione

Chiesa Parrocchiale dell'Assunta

Scheda

La Storia: dalla Prima Chiesa a Oggi

La prima chiesa del nostro paese ha origini molto remote, forse quasi quanto il culto cristiano stesso, ed era connessa ad una collegiata plebana di 7 canonici e un prevosto. Nel 1474 la collegiata venne soppressa dopo la creazione della diocesi di Casale e Balzola rimase per questo senza parroco, il cui compito veniva svolto, dal punto di vista direttivo, dal Vescovo di Casale, e dal punto di vista delle celebrazioni da un Vicario movibile che viveva delle sole elargizioni della comunità. Per ribellarsi a questo stato delle cose, un gruppo di Balzolesi incendiò la chiesa, che non fu ricostruita per il secolo successivo, obbligando tutta la comunità a servirsi della chiesetta campestre di S. Martino, oggi non più esistente. Solo nel 1596 la chiesa venne ricostruita a spese di mons. Benedetto Erba, allora Vescovo di Casale. La chiesa venne utilizzata fino alla seconda metà del ‘700 quando, a causa dell’aumento della popolazione, divenne insufficiente e venne dunque progettato un nuovo edificio da Francesco Magnocavalli, che venne realizzato grazie al contributo della popolazione e del Marchese Bonifacio Fassati. Nel 1777 venne completato il campanile e, l’anno successivo, la chiesa venne consacrata (come visibile anche dall’iscrizione presente nel timpano). Solo in tempi successivi, nel 1847, le cinque campane furono poste sul campanile. Nel 1943 furono rimosse “per costruire cannoni”, ma nel giro di pochi mesi furono riposte sulla cima della torre campanaria.

La Struttura e l’Esterno

La nuova chiesa venne progettata come una croce greca inscritta in un rettangolo, che va a concludersi all’estremità con un presbiterio quadrato coperto da una volta e infine con un’abside semicircolare. Inizialmente la struttura frontale esterna prevedeva, oltre alla maestosa facciata, un muricciolo che delimitasse il sagrato antistante la chiesa, muricciolo costruito nel ‘700 ma successivamente abbattuto negli anni ’20 del secolo scorso. La facciata si presenta divisa in due ordini, quello superiore, avente una finta finestra centrale e due nicchie, è sovrastato da un grande timpano, mentre quello inferiore si allarga con due parti laterali concave, sovrastate da una balaustra, e possiede, oltre al grandioso portone ligneo, altre quattro nicchie. Elemento decorativo di spicco sono poi le lesene, ossia i semi-pilastri che sporgono, quattro delle quali si estendono all’ordine superiore. Tutte le sei nicchie presenti sono mancanti delle relative statue, probabilmente sono quindi state create solo per dare un maggiore contrasto chiaroscurale alla facciata.

L’Organo

Entriamo ora all’interno della chiesa e superiamo le colonne all’ingresso. Voltandoci si parerà, in alto davanti a noi, il prezioso organo di cui è dotato la chiesa, fabbricato da Andrea Luigi e Giuseppe Antonio Serassi nel 1780. Sono ben visibili le canne, incorniciate da due pilastri e sormontate da un grande timpano, che presenta tre statue di angeli sulla sommità dei suoi vertici. A legare ulteriormente la composizione, le decorazioni dorate presenti negli angoli. Questa struttura permette all’organo di avere un aspetto sobrio e composto, senza mancare però della sua maestosità. L’organo è stato restaurato a più riprese a partire dalla prima metà del XIX secolo, l’ultimo intervento è stato nel 1984.

Le Cappelle Laterali

Prima di dirigerci verso l’altare maggiore attraverso la navata centrale, passiamo ai due lati per ammirare le sei cappelle laterali. Iniziando dal lato destro, troviamo per prima la cappella di S. Lucia, con un grazioso altare di stucco dove si trova anche una pala d’altare raffigurante la Sacra Famiglia con le Ss. Lucia, Liberata, Agata e Apollonia e, intorno, decorazioni ad affresco. Proseguiamo sempre sul lato destro, arrivando alla cappella dedicata a S. Rocco, dove troviamo, oltre ad un altro altarino in stucco, anche una tela dipinta da Orsola Caccia e suo padre Guglielmo, raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Rocco, Sebastiano e Grato. L’ultima cappella del lato destro è quella di S. Antonio, la più semplice di queste tre, con un altarino in marmo e una statua lignea del santo. Passiamo ora al lato sinistro, dove troviamo, per prima, la cappella di S. Pietro, con un altare in stucco e una nuova pala della vocazione di S. Pietro, dipinta dal pittore Emilio Massazza e sostituita all’originale bruciata nel 1850. La seconda cappella, dedicata al S. Rosario, presenta un altare in stucco identico a quello di S. Rocco, oltre che una tela, di autore sconosciuto (ma è di certo settecentesca), raffigurante la Madonna del Rosario coi Ss. Domenico e Caterina da Siena. In ultimo, sul lato sinistro, troviamo la cappella del crocifisso o dell’Addolorata, dove troviamo un grande crocifisso ligneo a grandezza naturale, di dubbia attribuzione ai Cassini e, in una nicchia della parete destra, una statua dell’Addolorata. Nelle varie cappelle sono poi disseminate diverse quadrature settecentesche, cioè affreschi che mostrano spazi molto ampi ed elementi architettonici, il tutto in un gioco di prospettive che inganna l’occhio distorcendo la percezione dello spazio. In particolare, queste quadrature sono opera di Francesco Guala.

Il Pulpito Ligneo

Sporgente da una parete del lato sinistro, tra le cappelle del S. Rosario e dell’Addolorata, possiamo vedere il bellissimo pulpito, oggi non utilizzato, costituito di legno intagliato, opera attribuibile con ogni probabilità a Giovan Battista Gasparini, autore anche del pulpito della chiesa di S. Domenico di Casale e confrontabile con questo.

La Via Crucis

Sui pilastri che separano la navata centrale dalle cappelle laterali, troviamo le stazioni della via crucis, come rappresentazioni pittoriche incorniciate in strutture lignee riccamente decorate. Le varie stazioni, disposte in modo da seguire uno specifico percorso, sono tutte opere di Mario Micheletti (1892-1973), e di conseguenza molto successive alla costruzione della chiesa. Una particolarità di questi dipinti sono i modelli, per gli angioletti sono infatti stati presi dei bambini dell’Asilo.

I Grandi Affreschi

A differenza delle pareti della navata centrale, dipinte semplicemente, la cupola, il presbiterio e l’abside sono riccamente affrescate, dallo stesso Mario Micheletti, tra il 1943 e il 1945. Prima di questa data tra l’abside e il presbiterio vi era collocato un grande padiglione color granata, che pendeva da una grande corona e, aprendosi verso il baso, dava l’illusione di essere la veste della Madonna incoronata. Tale padiglione è stato poi rimosso per mettere in evidenza gli affreschi nell’abside retrostante. Gli affreschi del Micheletti rappresentano, nel presbiterio, diverse scene bibliche, mentre nell’abside troviamo l’assunzione di Maria, con ardite prospettive della Madonna

https://it.wikipedia.org/wiki/Balzola

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2
Inserire massimo 200 caratteri